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I consulenti del lavoro sono professionisti dell’area giuridico-
I Consulenti del lavoro in Italia sono 28.000, hanno circa 100.000 dipendenti, amministrano circa 1.000.000 di aziende con 8 milioni di addetti, gestiscono personale dipendente per un monte retribuzioni di circa 100 milioni di euro l’anno, redigono 1.550.000 dichiarazioni dei redditi e esercitano funzioni di conciliazione o di consulenza di parte o di consulenza tecnica del giudice in oltre 100.000 vertenze di lavoro. Nella graduatoria dei liberi professionisti sono al terzo posto per base imponibile denunciata al fisco, dopo notai e commercialisti. L’intervento professionale del Consulente del lavoro si colloca generalmente nell’area della consulenza alla piccola-
Non ci sono competenze esclusive del Consulente del Lavoro poiché in base alla legge del 1979 anche i Ragionieri, Dottori Commercialisti, Avvocati sono competenti all'esercizio dell'attività di tenuta e conservazione dei libri obbligatori in materia di lavoro. Tutti questi professionisti, compresi i Consulente del Lavoro, devono comunque sempre comunicare previamente alla Direzione Privinciale del Lavoro, competente per provincia, di occuparsi della tenuta e dell'elaborazione del Libro Unico del Lavoro. L'unica differenza è che i professionisti non Consulenti del Lavoro per prendere sotto di sé un/a giovane praticante Consulente del Lavoro devono, a differenza del Consulente del Lavoro, aver fatto tale comunicazione almeno tre anni prima di prendere il praticante nel proprio studio.
Questa professione, per il cui accesso è obbligatorio il conseguimento del diploma di laurea, da tempo occupa un ruolo essenziale in quel rapporto di “cerniera” tra le istanze dei privati e le esigenze della Pubblica Amministrazione. Oggi alla categoia, infatti, non è più chiesto di rappresentare seccamente la propria “parte”, tradizionalmente identificabile nelle “aziende/clienti”, ma di recitare un ruolo attivo per la creazione di un percorso virtuoso tra gli obblighi imposti dalle norme e gli utenti. Ne risulta esaltato anche il ruolo e la professionalità del Consulente del lavoro il quale, per il tramite delle commissioni di certificazione istituite presso i Consigli Provinciali degli Ordini, diventa strumento tecnico per la composizione delle controversie, rectius, prevenzione delle stesse.
Infatti in dette Commissioni di certificazione si potrà:
1) effettuare il tentativo di conciliazione della controversia, che non sarà più obbligatorio;
2) costituire camere arbitrali come sistema alternativo al contenzioso;
3) certificare la tipizzazione della giusta causa di licenziamento nei contratti individuali;
4) certificare i contratti di lavoro in genere.